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Brexit 2 mesi dopo: che succede all’immobiliare Uk

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Le ripercussioni della Brexit sul mercato immobiliare inglese sono state uno dei maggiori timori evidenziati dagli analisti di tutta Europa, e da più parti sono state sbandierate cifre e percentuali davvero significative. A distanza di due mesi dal cruciale referendum Countrywide, una delle maggiori agenzie immobiliari inglesi, ha provato a fare una prima valutazione sugli effetti dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea: ebbene, nonostante le previsioni più drammatiche il tanto temuto crollo del mercato non ci sarà, perlomeno a stretto giro.

I prezzi, secondo l’agenzia, degli immobili inglesi in vendita chiuderanno l’anno 2016 con un “misero” +2% rispetto al 2015 – contro un +6,5% dell’anno precedente – e caleranno solo nel 2017, con una contrazione pari a circa l’1%. Questa lieve discesa verrà poi ribaltata già nel 2018, con un modesto ma positivo +2%. Lo scenario descritto riguarderà, in linea di massima, tutta le regioni della Gran Bretagna e poche saranno le eccezioni: la Scozia resterà stabile nei prezzi mentre conosceranno maggiori flessioni i prezzi degli immobili di prestigio del centro di Londra; zone come Westminster e Kensington, ad esempio, registreranno un calo di circa il 6% nel 2016 e non vedranno rincari nell’anno successivo.

Questa mancata débâcle del mercato immobiliare british è dovuta, in buona sostanza, a due ordini di fattori: la costante carenza di immobili in vendita e i bassi tassi di interesse per mutui e prestiti. Certamente, vi è maggiore consapevolezza, da parte degli inglesi, che si è concluso quel ciclo di continua rivalutazione degli immobili nel tempo: quando cala la domanda, i prezzi sono destinati a calare, seppur di poco.

 


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